Per un albergo, ricevere un Villeggiature Awards è un riconoscimento dal prestigio paragonabile alla vittoria di un Oscar. Il Byblos Art Hotel Villa Amistà di Verona ne ha conquistati ben due in una sola serata: “Miglior identità grafica” e “Migliore architettura d’esterni d’hotel in Europa”.
Determinante per l’assegnazione di quest’ultimo, importantissimo riconoscimento da parte della giuria internazionale e dei più noti giornalisti del settore, è stato lo splendido giardino di 20.000 metri quadrati progettato da Gianfranco Paghera, con fontane in marmo di Verona, giochi d’acqua e una raffinata piscina a sfioro di forma classica.
Per la bellezza unica della sua scenografia d’esterni, Villa Amistà ha trionfato su una selezione esclusiva di candidati, davanti a un pubblico di oltre 300 grandi personalità.
Abbiamo chiesto all’architetto Gianfranco Paghera da cosa si sia lasciato ispirare nella progettazione del parco del Byblos Art Hotel Villa Amistà di Verona e quale messaggio abbia voluto trasmettere nella creazione di un giardino per un hotel concepito come una vera e propria mostra permanente di arte contemporanea. Ecco la sua risposta:
“La cosa che mi ha maggiormente affascinato e che ha fornito spunti determinanti è il gioco di stratificazioni architettoniche presente a Villa Amistà. Il corpo centrale della villa fu edificato nel Quattrocento, sui resti di un forte romano, dall’architetto Michele Sanmicheli, che lo volle in stile veneziano. La costruzione fu poi quasi completamente riformata nel Settecento da Ignazio Pellegrini. Un ulteriore accostamento stilistico, felice proprio per contrasto, è quello costituito dagli arredi del designer Alessandro Mendini e dalle opere d’arte contemporanee. La coesistenza estetica di elementi così diversi andava tutelata evitando di inserire ulteriori cifre stilistiche nella progettazione dello scenario verde.
La soluzione progettuale ideale era pertanto quella di creare un gioco di rispecchiamenti con l’architettura della villa, senza lasciarsi condizionare troppo dalle tracce degli impianti precedenti, pur tutelando le numerose piante centenarie, riportate in piena salute grazie ad attenti interventi di dendrochirurgia. Alla tradizione del giardino all’italiana, nella sua interpretazione settecentesca, si ricollega la prospettiva realizzata attraverso il viale d’ingresso lastricato in pietra bianca, che culmina nella bella fontana in marmo rosso di Verona, preludio alla magnifica facciata della villa.
Questa fontana, così come le fioriere che scandiscono il percorso e la fontana con putti — inquadrata dal cannocchiale ottico del bersò — sono state realizzate su antichi disegni da artigiani, come pezzi unici. L’orto dell’antica casa contadina è stato rispettato nella sua destinazione originaria ed è diventato un magnifico tripudio di erbe aromatiche profumate, punteggiato dalle fioriture di peonie e rose. Queste soluzioni nella progettazione dei giardini dimostrano la perfetta applicabilità di un’impostazione tecnologicamente avanzata a un contesto d’epoca, in forte analogia con l’operazione di accostare arte contemporanea ad ambienti quattrocenteschi e settecenteschi. Solo che qui la forza dell’armonia ha prevalso su quella del contrasto. Questo è il messaggio forte, non solo di questa realizzazione ma di tutto il mio lavoro, da sempre.”