Iniziative sociali

Il nostro passato affonda le radici in cinque generazioni di coltivatori. Questo ci ha trasmesso un valore fondamentale: l'importanza del coltivare la vita. In ogni senso, in ogni modo. E la vita, sia per l’uomo sia per le piante, ha origine da un seme.

Il primo seme fu l’idea...
Una parte delle risorse che provengono dal successo dell’impresa viene dedicata al sostegno di cause sociali. Nel 1994 lanciammo in Italia il primo evento intitolato “L’Azalea della Ricerca”, a favore dell’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

Seguirono, negli anni successivi: “Un gesto d’amore” e “L’Abete della Solidarietà” a favore dell’ANFFAS – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, e “Un Abete Azzurro” a favore di Telefono Azzurro Onlus, associazione in difesa dei diritti dell’infanzia.

Eventi che aprirono la strada a un nuovo modo di fare fund raising direttamente nelle piazze, ma soprattutto sensibilizzarono l’opinione pubblica, raggiungendo il cuore di migliaia di persone.

Il secondo seme furono migliaia di semi destinati al recupero ambientale.
Da allora sono state promosse numerose altre iniziative. Tra esse ci piace particolarmente ricordare “Amazzonia 501”, a favore della comunità di Belém, nel cuore della foresta amazzonica, creata insieme a padre Gianni Mometti, missionario bresciano.

Gianfranco Paghera lo incontrò casualmente durante un viaggio a Pitinga, in Brasile, mentre seguiva le operazioni di riforestazione delle aree distrutte dagli scavi delle grandi miniere a cielo aperto. Accomunati dalla volontà e dalla concretezza tipicamente bresciane, e uniti dal comune obiettivo del recupero ambientale di aree degradate dell’Amazzonia, idearono e portarono a compimento, nel 1992, il progetto “Amazzonia 501”.

Così battezzato perché nato a 500 anni esatti dalla scoperta dell’America e in onore del 1° anno destinato alla riforestazione.
La costituzione di un centro tecnologico per la conservazione dei semi, l’impiego di manodopera locale per la raccolta dei semi di specie autoctone destinate al recupero di aree degradate, la ricostituzione degli habitat naturali costieri e il miglioramento delle colture per il settore frutticolo diedero vita a un processo di restituzione di risorse alle popolazioni indigene, riscattando dall’indigenza 40.000 famiglie.
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