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A Calvagese della Riviera, antico borgo di origine romana situato poco sopra la costa del Lago di Garda, tra Salò e Desenzano, sorge questa residenza nata dal recupero di una grande fattoria seicentesca. Un’attenta opera di ristrutturazione architettonica, condotta nel pieno rispetto dello spirito del luogo, ha restituito vita a un complesso abitativo che unisce il fascino e la semplicità di una rusticità autentica.
Dichiarata semplicità e attenta eleganza caratterizzano gli interni, ispirati alle vecchie case di campagna. I mobili provengono in gran parte dall’Ottocento francese e italiano: legno massello tirato a cera, forme sobrie appena ingentilite da una timida grazia artigiana. Colori sereni e arredi del buon tempo antico, solidi e funzionali, raccontano uno stile privo di eccessi, in cui lo spettacolare o il superfluo lasciano spazio a ragione e funzione.
Emblematico è il loggiato del corpo principale, che si apre sulla facciata decorata da un trompe-l’oeil: un dipinto che riproduce lo stesso scorcio paesaggistico visibile affacciandosi al muretto in pietra. Il panorama è ameno e rigoglioso, ricco di alberi secolari, prati e vigneti, popolato da fagiani, pavoni e altri uccelli, e attraversato dal fluire placido del fiume.
Nel cuore del giardino, accanto a un antico fico, un vecchio aratro si trasforma in fioriera, mentre in fondo la proprietà è delimitata da un muro di pietra a vista, oltre il quale il bosco degrada dolcemente fino alle acque del Chiese.
Dichiarata semplicità e attenta eleganza caratterizzano gli interni, ispirati alle vecchie case di campagna. I mobili provengono in gran parte dall’Ottocento francese e italiano: legno massello tirato a cera, forme sobrie appena ingentilite da una timida grazia artigiana. Colori sereni e arredi del buon tempo antico, solidi e funzionali, raccontano uno stile privo di eccessi, in cui lo spettacolare o il superfluo lasciano spazio a ragione e funzione.
Emblematico è il loggiato del corpo principale, che si apre sulla facciata decorata da un trompe-l’oeil: un dipinto che riproduce lo stesso scorcio paesaggistico visibile affacciandosi al muretto in pietra. Il panorama è ameno e rigoglioso, ricco di alberi secolari, prati e vigneti, popolato da fagiani, pavoni e altri uccelli, e attraversato dal fluire placido del fiume.
Nel cuore del giardino, accanto a un antico fico, un vecchio aratro si trasforma in fioriera, mentre in fondo la proprietà è delimitata da un muro di pietra a vista, oltre il quale il bosco degrada dolcemente fino alle acque del Chiese.
